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20 gennaio 2007

G. Andreotti, insigne statista dalla primavera del 1980 in poi

Ma insomma, questa vicenda del processo Andreotti come è andata?? E' stato assolto o no? Forse è il caso di dare un'occhiata a questi due video (in tutto una ventina di interessanti minuti). Il primo è un servizio de "Le Iene" di pochi giorni fa ed il secondo è un video di Piero Ricca, più strutturato del primo, con interventi del magistrato Caselli e del giornalista Travaglio.

Buona visione





...Commessi ed estinti!

Mi rimane da fare una piccola riflessione di realpolitik di sinistra:


La conclusione della sentenza della Corte di Cassazione è manipolabile a parole quanto si vuole ma parla abbastanza chiaro, come abbiamo modo di sentire dagli interventi nei video. Legalmente la storia è finita. Sarebbe bello se in un paese civile i mezzi d'informazione e la politica prendessero atto dell'aspetto morale della vicenda e prendessero una posizione consona.

Ma la provocazione che lancio, che poi non è tanto una provocazione, in effetti, è che la difesa mediatica e politica è da ricondurre ad una considerazione pragmatica.

Andreotti è stato effettivamente la principale figura politica dell'Italia dal dopoguerra in poi, cioè un paese povero, senza classe dirigente, senza più un tessuto sociale, quasi Nazione senza Stato.

La vicenda delle frequentazioni mafiose è un aspetto oscuro di un quadro molto chiaro. E cioè l'esigenza di controllare, gestire e riplasmare, in parte per conto terzi, un paese semidistrutto in cui lo Stato non sarebbe mai riuscito ad arrivare (e anche oggi...) in tutte le realtà del Paese. In qualche modo qualche contatto era prevedibile, quasi scontato: io controllo qui, tu dammi una mano lì...

Un tipo di pragmatismo simile a quello che vuole che dopo un cambio di regime politico non ci sia un conseguente ricambio all'interno delle pubbliche amministrazioni e nei ministeri, in cui continuano a lavorare coloro che hanno mandato avanti la macchina fino a quel momento, poiché sono quelli che, operativamente, sanno fare quel mestiere.

Una controprova di questo, pur spiacevole, realismo è la situazione in Iraq. Certo, lì i problemi sono parecchi e molto gravi ma, parte marginale del problema, da un punto di vista statale, è proprio questo: hanno cacciato in blocco dirigenti e funzionari del partito Baathista con conseguenze negative in termini di solidità nel breve termine della macchina istituzionale. Sembrerà un problema marginale...

Per tornare al caso italiano, credo che Andreotti sia stato assolto dall'establishment politico-mediatico per un ragionamento di questo tipo, stesso motivo per cui sembra autoassolversi in pieno (come si nota dalle sue reazioni assolutamente tranquille).

Una sorta di patto politico solidale intergenerazionale.

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