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28 ottobre 2006

Il sindaco risponde

Riportiamo la risposta del Sindaco di Roma Walter Veltroni alla proposta rilanciata dal direttore di "Internazionale", De Mauro, di intitolare ad Anna Politkovskaja una via della Capitale, quella dove attualmente risiede l'Ambasciata della Federazione Russa:

Caro direttore, sono convinto anch'io, come lei, che molti romani sarebbero felici di vederla ricordata come merita, nel modo più alto e profondo. Attraverso il suo giornale, che tante volte ha ospitato i suoi articoli e i suoi reportage dalla Cecenia, voglio allora annunciare che sì: Roma avrà una via dedicata ad Anna Politkovskaja. Non è possibile, per i problemi che ne verrebbero ai residenti, cambiare il nome di una via che ha già una sua denominazione consolidata nel tempo. Ma non per questo avrà meno valore, per noi, legare per sempre ad un luogo significativo della nostra città il nome di Anna Politkovskaja. Una donna coraggiosa, una giornalista che per anni ha raccolto informazioni e divulgato notizie che sono riuscite a squarciare il silenzio, a denunciare le violazioni dei diritti umani compiute dall'esercito del suo paese ai danni del popolo ceceno, martoriato da una guerra ignorata, prima ancora che dimenticata. Anche grazie a lei, però, nessuno potrà dire, un giorno, di non aver saputo. Anche grazie a lei è ancora viva la possibilità, se ce ne sarà la volontà politica, di fare qualcosa per la Cecenia. Quello che ora possiamo fare noi, anche attraverso una via di Roma, è non dimenticare. Non dimenticare il barbaro assassinio di Anna Politkovskaja e la causa per cui si batteva. Non dimenticare lei, la sua passione civile, il suo amore per la verità e per la libertà. Un cordiale saluto,

Walter Veltroni

La gradita risposta conferma le mie (e forse non solo mie...) attese riguardo all'eventualità che la via dedicata alla giornalista russa sia proprio Via Gaeta, la via dell'Ambasciata Russa. In ogni caso al di là di quale sarà poi la scelta finale, fa piacere constatare la disponibilità di Veltroni.


4 comm3nti:

Anonimo ha detto...

Il problema dei diritti civili purtroppo è spesso usato come una gigantesca foglia di fico. La Russia di fatto in Cecenia sta attuando operazioni di pulizia etnica e tutto questo senza che si sia mai intervenuti con un'azione politica europea, forte ed efficace. Troppo comodo riservare solamente alcune battute a riguardo, come avvenuto ultimamente- credo a stoccolma- con il risultato che Putin si è prodigato in una performance degna del miglior berlusconi, lanciando accuse del calibro: Italia terra di mafiosi , Spagna terra di corrotti, tutto questo tra il silenzio umiliante dei nostri burocratidipendenti.
La verità è che dobbiamo chinare ancora una volta la testa davanti ai nostri colonizzatori. L'Italia sta avviando un programma di costruzione di nuove centrali elettriche, principalmente a gas, con il risultato che si verrà a costituire un legame ancor più forte del cordone ombelicale, solo che come al solito il lattante siamo noi.
Il contentino della via intitolata alla giornalista russa mi sembra una presa per i fondelli, il classico specchietto per le allodole. La Russia, ma soprattutto la Cina, che quanto a violazione dei diritti umani e civili non ha nulla da invidiare a nessuno, saranno assieme all'India le nuove potenze globali; noi possiamo fare solo una cosa, stando così la situazione attuale della politica italiana ed europea, come diceva Di Caprio in un mitico doppiaggio nel Puttanic: "comincia a preparà a vasella..." solo che questa volta i passivi siamo noi.

Anonimo ha detto...

che citazione aulica amore mio!!!

quiproquo ha detto...

Non vorrei sembrare severo, ma sarebbe meglio che i commenti contenessero un "commento".

A parte l'incipit dell'intervento di Simone, che non ho capito (rispetto a cosa "una foglia di fico"?), il discorso è condivisibile. Mi permetto di dire che quella in Cecenia non è tanto una pulizia etnica, quanto una pulizia di abitanti di una zona strategica, per i motivi citati anche da te, fondamentale che vorrebbero l'indipendenza.
E l'Europa, come il resto del mondo occidentale non prende una posizione decisa perché non può, come dici tu.
Io credo che una piccola presa di posizione come la dedica di un nome di una via alla giornalista che è stata ammazzata per raccontare e spiegare la "pulizia" sopra citata, non sia un contentino. Mi sembra un gesto forte per quanto sia limitato ad una sola città. Inutile sul piano pratico. Ma importante su quello simbolico.
Con i simboli non ci si mangia, certo. Ma...

Anonimo ha detto...

Ma allora se deve essere un simbolo forte che lo sia veramente...Secondo voi la scusa che via Gaeta è un nome consolidato nella mente dei cittadini romani sta in piedi per almeno un secondo? Io credo proprio di no, Basti pensare che l'attuale piazza della Repubblica è tutt'ora comunemente chiamata con il suo vecchio nome (piazza Esedra) senza generare alcun problema.
La verità è che non si può fare neanche questo piccolo gesto, intitolare la via dell'ambasciata russa alla giornalista, semplicemente perché non si può, o meglio perché manca una volontà forte. Sono comunque sempre pronto a cambiare opinione qualora, lo spero, i fatti dovessero smentirmi.